Ho sempre pensato, e sostenuto, che un libro si nutra delle letture dell’autore che lo ha scritto, ed a volte sfogliando certi libri contemporanei, che spesso vengono persino classificati come “saggi”, e constatandone l’impalpabilità in termini di riferimenti diretti o indiretti ad altri testi, mi chiedo come possa un libro nutrirsi di nulla.
Per scrivere “Arcana Memoria”, che è un modesto, e tutto sommato succinto, saggio sulla Tradizione Filosofica, mi sono reso conto che ho dovuto fare riferimento a circa 400 testi letti in un periodo di circa 25 anni, e che per comodità durante il periodo di scrittura del saggio avevo tutti riuniti in un settore della mia biblioteca (e là sono rimasti).
Quando mi chiedono cosa sia per me “Arcana Memoria”, mi limito ad indicare quegli scaffali, che è un po’ come mostrare una regione della mia memoria. Proprio quella più arcana, naturalmente.
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