CONFRONTO TRA SPECIE, CHE SPECIE DI CONFRONTO?

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La Psiche, l’anima di Platone, è un mistero immenso. Essa è ciò che siamo, perché, come evidenziava René Descartes, il fondamento dell’esistenza è il pensiero, e questo è ciò che la Psiche è: pensiero.

Un pensiero emerso da chissà quale anfratto di Realtà, visto che per la Tradizione il pensiero è un’emanazione della Realtà stessa, una Realtà che prima di essere pensiero era semplicemente esistenza, senza nessuna altra ulteriore determinazione, e solo successivamente ha deciso (nascita della “volontà”) di “diventare” (nascita del “divenire”) pensiero. E si è manifestata come Psiche.

Uso l’avverbio “successivamente” solo per usare un linguaggio dialetticamente comprensibile. In realtà, per come la questione stessa viene impostata, tutto ciò “avvenne” al di là del tempo e dello spazio, al di là della materia. La psiche, secondo la Tradizione, non ha nulla a che fare con il Big Bang, con la nascita dell’Universo fisico. L’Universo materiale sarebbe solo un’altra manifestazione della Realtà, oltre alla Psiche che già era stata emanata quando iniziarono i fuochi d’artificio di particelle adroniche, leptoniche e bosoniche.

La Psiche, per la Tradizione, è la Realtà che pensa, nella sua interezza. Nell’induismo vedico, che custodisce il cuore della Tradizione, essa è denominata Brahman.

Ma al tempo stesso, poiché la Realtà (altrimenti chiamata Natura, o Divinità) emanò la materia, allora la Psiche si manifestò anche nella materia, perciò anche la natura fisica, l’universo fisico pensa, secondo la Tradizione.

E poiché l’universo fisico consiste di organismi individuali, si è differenziato in entità distinte, allora anche in alcune di tali entità distinte, chiamate “viventi” perché nascono, crescono e muoiono, la psiche si è manifestata. Si è manifestata in forma individuale, non in tutti gli esseri viventi, ma in alcuni. Ciò è evidente perché alcuni esseri viventi manifestano la capacità di “sentire” sé stessi, e si comportano di conseguenza. Tali esseri sono chiamati “senzienti”, e sono manifestazioni individuali della Psiche collettiva. La psiche individuale nell’induismo è denominata Atman, ed ogni essere senziente, sia esso pianta o animale, ha un atman. Ma gli atman, pur essendo individuali, son tutti parte dell’unico Brahman, della psiche collettiva, come i tralci sono parte della vite.

In questa straordinaria visione tradizionale, ogni essere senziente è frammento del Tutto, ed al tempo stesso è il Tutto che si è fatto frammento. Secondo la Tradizione, noi sappiamo questo per diretta esperienza. Perché noi, esseri umani, possiamo osservare, correlare osservazioni, ragionare dialetticamente e alla fine intuire. Possiamo conoscere, attraverso l’esperienza, nel mondo che ci illustrò Platone nel mito della caverna. Ed è con l’esperienza che sappiamo, cartesianamente, di essere psiche, e che constatiamo che esistono altri individui forniti di psiche e in ultimo che ci convinciamo che tutte le psiche individuali siano collegate in un’unica Psiche la cui esistenza unica avvertiamo quando riflettiamo profondamente su noi stessi.

Questo è il grande insegnamento che appare a Ermete Trismegisto mentre si trova a riflettere sull’Essere, come descrive l’incipit di quella straordinaria opera che è il Pimandro, il principale trattato del Corpus Hermeticum.

La Tradizione è solo e soltanto esperienza. Comprende insegnamenti che saranno veicolati dalle grandi vie tradizionali. Insegnamenti come quello che l’esperienza comune a tutti gli esseri sia la sofferenza (il cardine del Buddhismo), oppure quello che ogni essere si ritrova nell’altro (il cardine dei Vangeli) e ancora quello dell’esistenza di due principi psichici fondamentali complementari (il cardine del Taoismo), e quello che esiste una strada per il ritorno dalla psiche frammentata a quella unitaria (il cardine dell’Alchimia) e anche quello che il Mondo è una emanazione di manifestazioni divine (il cardine della Kaballah ebraica). Ma ancora di più, tali diverse vie tradizionali, ognuna nella sua specifica originalità, contiene al tempo stesso l’intero insegnamento tradizionale.

Perché la Tradizione emerse, tutta intera, nella psiche di Homo Sapiens, agli albori della nostra specie, e nei suoi archetipi fondamentali è ancora tutta contenuta nella psiche degli esseri umani contemporanei. Degli esseri che ancora cercano di mantenersi umani. Ma le specie evolvono, ed oggi sul pianeta Terra non esiste più solo la specie Homo Sapiens. Ormai è accertata anche la specie Homo Stupidus, che non ricorda più gli archetipi umani e ne sta costruendo di nuovi.

E occorre che le due specie convivano, possibilmente senza che l’una distrugga l’altra, o che addirittura entrambe si distruggano a vicenda. C’è anche la possibilità che le due specie si ibridino, come probabilmente successe quando Sapiens incontrò Neanderthal. Un confronto comunque terribile, quanto essenziale. I cui termini si stanno già attualmente definendo, senza essere ancora per nulla chiari.

Ed è proprio in questa incertezza il mistero di una Psiche, che continua a fare esperienza, per lo stesso scopo dell’esperimento.

Amare.

About Post Author

Domenico Rosaci

Domenico Rosaci è Professore Associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni, e conduce ricerche nel campo dell'Intelligenza Artificiale. E' autore dei saggi sull'esoterismo "Arcana Memoria" e "Il Labirinto del Cristo" e dei romanzi "Il Sentiero dei Folli", "La Zingara di Metz" e "I Fiori di Tanato", pubblicati da Falzea Editore.
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