IL BENESSERE, AL DI LÀ DI UNA MURAGLIA

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Esiste un percorso di vita che conduce ad un reale benessere, cioè allo star bene? Esiste certamente, e tutte le filosofie tradizionali lo indicano, convergendo completamente nella sostanza.

Prima di tutto, occorre osservare che il bene-essere indica, letteralmente, uno stato, un modo di essere, e non è qualcosa quindi che si può “avere”, come una casa o qualunque altro bene materiale. In secondo luogo, ogni tradizione insegna che il bene-essere non è uno stato di “felicità” assoluta, una completa assenza di dolore, ma è piuttosto una condizione in cui si sperimenta una “sostenibilità” dell’esistenza, in cui cioè si attenua (fino anche a scomparire) la sofferenza esistenziale, il mal di vivere, e in conseguenza di ciò l’esistenza diventa qualcosa di ben più che sopportabile, ma piuttosto di gradevole e godibile, anche in presenza di problemi materiali come ad esempio la povertà o i dolori fisici.

Tutti i percorsi per raggiungere il benessere indicati dalle filosofie tradizionali si configurano come vie iniziatiche, ovvero processi di conoscenza che gradualmente migliorano la comprensione della Realtà in generale e in particolare del Sé, cioè di quell’essere individui integrati nella Realtà e con uno scopo preciso in essa. Tutte le proposte tradizionali concordano nel presentare i percorsi iniziatici come vie per raggiungere un equilibrio psichico, integrando la parte “attiva” della psiche (la volontà di potenza) con la parte passiva (la temperanza, l’intelligenza che guida la volontà).

Giusto per fare qualche esempio, per i Taoisti questo equilibrio è la Via stessa, che essi chiamano Tao, chiamando Yang la parte attiva della psiche e Yin quella passiva. Nel Vangelo cristiano di Tommaso leggiamo: “Quando farete dei due uno, e quando farete l’interno come l’esterno e l’esterno come l’interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola…allora entrerete nel Regno.” Eraclito di Efeso, uno dei depositari della Sapienza Greca, diceva la stessa cosa quando affermava la necessità di comprendere che gli “opposti” sono una cosa sola, cioè che lo Yin e lo Yang vadano intesi come integrati, ed è la mancata comprensione di questa integrazione, cioè lo squilibrio psichico, che causa la sofferenza esistenziale. Il Buddha chiarì altrettanto magnificamente questo concetto, delineando un percorso che chiamò “nobile ottuplice sentiero”, che consiste nel riconoscere che la sofferenza nasce dagli attaccamenti, cioè dalla brama, che è un altro modo per intendere la volontà di potenza non controllata. Buddha insegna quindi a equilibrare con la Ragione e la Compassione (quindi con l’Intelligenza) la volontà di potenza, per conseguire un equilibrio che è Illuminazione (quindi, anche in questo caso uno stato dell’anima).

Alcune interpretazioni religiose, anche molto note e presentemente diffuse, hanno invece proposto “strade” diverse a quelle tradizionali che dovrebbero condurre a una “felicità” che sarebbe promessa di favolosi doni, collocando tali doni in un ipotetico “futuro oltremondano” e subordinandoli all’obbedienza a “comandamenti” posti in essere da qualche Dio. Tutte le tradizioni filosofiche sono esplicite circa l’inefficacia di tali proposte, a partire dal Vangelo di Tommaso: “Gesù disse loro, – Se digiunate attirerete il peccato su di voi, se pregate sarete condannati, e se farete elemosine metterete in pericolo il vostro spirito.-” E ancora: “I discepoli gli dissero, – è utile o no la circoncisione?- Lui disse loro, – Se fosse utile, il loro padre genererebbe figli già circoncisi dalla loro madre. Invece, la vera circoncisione nello spirito è diventata vantaggiosa da ogni punto di vista.-“

Raggiungere un qualche livello di bene-essere non è quindi una cosa così facile come osservare qualche comandamento, ed è proprio Cristo che lo rimarca, stavolta in tutti e tre i Vangeli sinottici (che sono tradizionali come tutti e trenta i Vangeli che ci sono pervenuti), con la parabola del ricco a cui non serve a nulla mostrarsi ossequioso alla Legge. Occorre intraprendere un percorso iniziatico (questo vuole intendere Cristo quando dice al ricco: “Lascia tutto e seguimi”) che si può portare avanti solo con una forte volontà a farlo e a lavorare sulla propria psiche, mettendosi quindi in “ascolto”, ascoltando la propria anima e riflettendo sinceramente sulle proprie esperienze, capitalizzando gli incontri con le persone sagge e con le opere di saggezza, rimanendo sempre umili e piccoli, e rinunciando soprattutto alla materialità a vantaggio delle cose dello spirito.

Tutti possono farlo, pochissimi lo fanno, ecco il perché di tutta l’infelicità che si osserva nel mondo degli uomini. La difficoltà di questo cammino è sottolineata nei versi finali della celebre lirica montaliana “Meriggiare Pallido e Assorto”, che dopo avere suggerito in modo splendidamente tradizionale la necessità di riflettere sulla Natura per trovare una vera Via, finisce per sottolineare quanto questa via sia dura, irta, come una muraglia “che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.” Questi cocci altro non sono che il nostro orgoglio ed i nostri attaccamenti.

About Post Author

Domenico Rosaci

Domenico Rosaci è Professore Associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni, e conduce ricerche nel campo dell'Intelligenza Artificiale. E' autore dei saggi sull'esoterismo "Arcana Memoria" e "Il Labirinto del Cristo" e dei romanzi "Il Sentiero dei Folli", "La Zingara di Metz" e "I Fiori di Tanato", pubblicati da Falzea Editore.
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