La Società capitalistica basata sulla filosofia del Consumismo non è più soltanto un’espressione dell’Occidente, ma si è diffusa sull’intero pianeta. Il suo successo si deve al fatto che il Consumismo asseconda la naturale tendenza di ogni essere dotato di Ego a cercare di affermare sé stesso sull’ambiente circostante. Una tendenza che è diretta conseguenza dell’esistenza dell’Ego come formazione psichica, e che quindi non deve minimamente sorprendere. L’Ego è nato nella psiche umana proprio con lo scopo di fare emergere l’individuo dalla collettività di una Natura indifferenziata, e se lo si lascia evolvere incontrollato, esso ovviamente evolverà in ego-ismo, cioè tenderà a esasperare questa necessità di affermazione dell’individuo su tutto ciò che è percepito come “esterno” ad esso.
Purtroppo l’egoismo ha effetti dannosi sull’essere umano, perché porta l’individuo a vivere in una “realtà immaginata”, quella che la sua fantasia partorisce per crearsi aspettative positive, ed a confondere tale immaginazione con la Realtà vera e propria, che col tempo diventa inaccettabile e quindi viene rifiutata. Per decine di millenni, l’Ego è stato equilibrato da una formazione psichica complementare, che i taoisti chiamavano Yin, e che noi potremmo chiamare semplicemente Ragione. Purtroppo, l’evoluzione umana ha portato al graduale indebolimento dello Yin, proprio in seguito all’espansione incontrollata dell’Ego. Allo stato attuale, a livello delle masse, l’individuo non ha più il controllo dell’Ego, e ha sviluppato solo barlumi di Yin. Lo si può considerare quindi un individuo squilibrato psichicamente, privo di ragione, visionario, pronto ad aderire a qualunque illusione di comodo che gli venga propinata da quegli individui (squilibrati anch’essi) maggiormente competitivi che aspirano a vincere la battaglia per il Potere.
Si può sfuggire a tale destino di follia solo coltivando la Ragione, e facendo sì che il proprio Ego si equilibri con la parte inconscia, collettiva, che riconnette il singolo al Tutto, alla Realtà. In ciò consiste il procedimento di auto-identificazione sviluppato da Carl Gustav Jung nell’ambito della psicologia analitica. Di fatto si tratta di un procedimento accessibile solo a pochissimi per via spontanea, in una società che educa fin da bambini a camminare in direzione contraria all’equilibrio psichico. Ci si può giovare dell’aiuto di alcune guide preparate, ma anch’esse sono rarissime, persino nell’ambito della psicologia cosiddetta “professionale”, che in Occidente ha seguito strade che la portano molto lontano da Jung. Percorsi tradizionali nell’ambito di filosofie orientali come l’induismo, il taoismo o il buddhismo possono essere anche molto utili, ma soprattutto in Occidente la Tradizione è stata spesso annacquata o addirittura mistificata da interpretazioni “moderniste” sviluppate proprio in senso consumista. Il pensiero cosiddetto “new-age” ne è esempio evidente, con i suoi vaneggiamenti sulle “vibrazioni energetiche positive”, “età dell’acquario”, “aure luminose” e altre simili manifestazioni di delirio collettivo. Anche il Cristianesimo, che veicolava la tradizione dei Vangeli, si è evoluto travisando pesantemente i contenuti originali, e soprattutto nella sua versione protestante nordeuropea e anglosassone, ha contribuito addirittura allo sviluppo del capitalismo e del consumismo, e col tempo il cattolicesimo gli è andato appresso. Il mondo islamico, che finora più di altre culture aveva resistito all’imposizione della filosofia capitalistico-consumista, è messo sempre più a dura prova in questa lotta di resistenza, ed insieme ad altre società fino a un paio di secoli fa completamente tradizionali, come la Cina e l’India, si sta progressivamente facendo conquistare culturalmente dall’Occidente.
In questo contesto solo il libero pensiero e l’ostinata volontà di pochi possono contribuire a far permanere qualche nicchia di cultura umana e di equilibrio psichico nella società contemporanea. Oggi più di ogni altra epoca, tale Resistenza all’assimilazione da parte dei fanatici dell’ego diventa essenziale, prima che per i singoli individui che praticandola si salvano dalla sofferenza, ancor di più per l’umanità intera che grazie a questi grumi di equilibrio psichico si salva ancora, temporaneamente, dall’estinzione.