Credo che la vicenda legata alla pandemia da Covid-19 sia altamente esemplificativa di come la società attuale abbia un rapporto sostanzialmente scorretto, a livello di cultura di massa, con la Scienza moderna.
I cittadini nutrono nei confronti della Scienza delle aspettative assolutamente infondate. Ciò si evince dalle continue esternazioni, visibili facilmente sui social network e in genere sui media di massa, in cui si denunciano i pareri discordanti degli scienziati, l’incapacità di fornire spiegazioni, e in genere le contraddizioni e le ambiguità, che secondo molti sarebbero indice di come certi scienziati siano “incompetenti”, oppure “corrotti”, fino al punto da immaginare “complotti” per distorcere la “verità”.
Si, perché per il cittadino comune la Scienza, e soprattutto quella del 2020 che viene percepita come altamente progredita, non può non avere risposte molto precise su una situazione come quella del coronavirus Covid-19. La Scienza non può non conoscere la verità, se non la comunica vorrà dire che la vuol tenere nascosta. Questa è la conclusione dell'”uomo comune”.
Occorrerebbe informare l’uomo comune che la Scienza moderna non possiede alcuna “verità”, e ciò proprio in linea di principio. Il metodo scientifico si basa sull’elaborazione di “teorie”, ovvero affermazioni che fanno previsioni circa la realtà, la cui “validità” (attenzione, non verità) è stabilita dalla conformità delle previsioni con ciò che si osserva e si misura concretamente nella realtà.
Se io elaboro una teoria che afferma che il Covid-19 sia stato prodotto in laboratorio, piuttosto che evoluto naturalmente da un precedente virus in ambiente animale, allora la mia teoria per essere considerata “scientifica” (prima ancora che vera o falsa) dovrebbe fare delle previsioni circa qualcosa che si possa osservare e misurare nella realtà, per esempio qualcosa che si possa riscontrare nel codice genetico del virus. In assenza di queste predizioni che possano portare a degli esperimenti concreti, nessuna teoria può dirsi scientifica.
In un’intervista all’emittente ABC, il 3 maggio, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha affermato che l’epidemia del nuovo coronavirus ha avuto origine in un laboratorio cinese. Poiché il segretario di Stato non ha fornito alcuni esempi di predizioni che si dovrebbero osservare per supportare la sua affermazione, quest’ultima non è una teoria scientifica. Si chiama, semplicemente, “supposizione”, e non può nemmeno configurarsi come “ipotesi” perché una ipotesi è una supposizione che getta le basi per potere essere verificata. Quella di Pompeo non offre alcuna di tali basi.
Diversamente, quando Kristian Andersen (curiosamente, quasi un omonimo del famoso favolista danese), professore associato in immunologia e microbiologia presso lo Scripps Research Institute, ha affermato in uno studio pubblicato su Nature Medicine che, “alla luce dei dati disponibili, si può stabilire che Covid-19 ha avuto origine attraverso processi naturali”, sta enunciando una ipotesi scientifica, che può essere messa alla prova mediante l’esperienza. La previsione che fa la teoria di Andersen è che analizzando le sequenze genetiche del nuovo coronavirus si dovrebbero trovare alte affinità con le strutture di altri virus di provenienza animale, e basse similarità con coronavirus umani già noti. Questo perché se qualcuno stesse cercando di progettare un nuovo coronavirus come patogeno, lo avrebbe ragionevolmente costruito a partire da spine dorsali di virus già noti per la loro infettività. .
Il suo team di ricerca ha quindi analizzato le sequenze genetiche del nuovo coronavirus messe a disposizione dagli scienziati cinesi, verificando che la spina dorsale di Covid-19 differisce sostanzialmente da quella dei coronavirus già noti ed è molto simile a quella di altri virus a lui correlati trovati in pipistrelli e pangolini.
Questo vorrebbe forse dire che la teoria di Andersen sia da considerarsi una “verità”, e che quindi abbiamo accertato fuor di ogni dubbio che il nuovo coronavirus sia stato trasmesso dal pipistrello?
Assolutamente no. Questo vuol solo dire che la teoria di Andersen è una teoria scientifica, che ha potuto essere validata tramite esperimenti, diversamente da quella di Pompeo che è solo una supposizione infondata. Altri esperimenti che si potranno fare in futuro potrebbero “falsificare” la teoria di Andersen, cioè mostrare risultati sperimentali che non collimano con le previsioni della teoria. Quindi la validazione attuale della teoria che dice che “il coronavirus è stato trasmesso naturalmente dall’animale all’uomo” non è una verità definitiva, come non esiste in genere alcuna verità definitiva nella prospettiva scientifica moderna.
Come insegnava Karl Popper, le teorie scientifiche sono accettate e rifiutate in base a una sorta di selezione naturale. Le teorie che dovrebbero essere preferite sono quelle che resistono al maggior numero di esami sperimentali, ma in qualunque momento un nuovo esame negativo può confutarle, a favore magari di una teoria nuova. Nessuna verità definitiva, solo ricerca continua, con un punto fondamentale però da evidenziare: qualunque cosa che affermiamo ha interesse per la Scienza solo se può essere messo alla prova degli esperimenti. Le supposizioni arbitrarie, le illazioni, le “cose che sembrano ragionevoli o intuitive” non sono Scienza. Sono altro.
La gente ancora oggi, nel 2020, confonde la Scienza con la Gnosi in senso lato, cioè con quegli strumenti di indagine della realtà, elaborati nell’ambito della Filosofia e delle Religioni, che non si confrontano con la misurazione sperimentale, limitata al solo ambito della materia, ma che invece usano altri metodi, come l’intuito, ad esempio, e come l’indagine della psiche umana. La Gnosi può porsi ad esempio domande su Dio, sull’amore, sui sentimenti umani. La Scienza no, perché questi oggetti di ricerca non rientrano nell’ambito dei fenomeni materialmente osservabili, nessun esperimento può misurare materialmente l’amore.
Ancora peggio, la gente confonde addirittura la Scienza con la Superstizione, che non è né filosofia né religione, perché mentre queste ultime si confrontano sempre con la realtà (anche se non si limitano come la Scienza alla sola realtà materiale) la superstizione invece è costituita da affermazioni completamente arbitrarie, partorite dalla fantasia umana senza alcun confronto con la realtà, e nate in genere da desiderio di affermazione sul pensiero degli altri e non da genuina ricerca di conoscenza.
Perciò la gente non riesce ad accettare che la Scienza sia popolata da un mare magnum di affermazioni che tra loro possono risultare tranquillamente in contraddizione, ma anche provvisorie, continuamente migliorabili, in qualunque momento fallibili. La gente vorrebbe semplicemente certezze, ma queste ultime non gliele darà neanche la filosofia e neppure la religione, quella vera e tradizionale che non è basata su alcun concetto di verità universale ma al limite su quello di verità soggettiva.
Solo la superstizione, la favola, la presuntuosa illazione di chi dice “è come ti dico io, fidati” può dare certezze a quegli esemplari di curiosa specie animale bipede che si è recentemente evoluta da “Homo Sapiens Sapiens” ad “Homo Stupidus Stupidus”.
Purtroppo questa nuova specie pensa di potere acquisire conoscenze scientifiche andando in giro sui social, sui siti Internet, su Wikipedia, senza la necessità di studiare duramente, di apprendere i metodi della Scienza, di accettare la complessità e il continuo bisogno di confronto e di revisione che l’attività autenticamente scientifica comporta. Non c’è nulla da stupirsi che questa nuova specie stia oggi anche influenzando, con caratteristico meccanismo di retro-azione, anche una parte del mondo della Scienza, selezionando in essa pseudo scienziati che approfittano dell’ingenuità collettiva per proporsi come “esperti” e “guru” di questo o di quello, mentre molto più semplicemente sono solo esperti in tale attività di lucro privato.
Ma la Scienza, fortunatamente, così come ogni altra forma di vera Gnosi, continua ad andare per la sua strada che è quella, e solo quella, dell’onestà intellettuale.