L’ARTE DI VIVERE E QUELLA DI SOFFRIRE

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Nel mito greco, Prometeo è la rappresentazione simbolica della téchne, la “tecnica”, cioè la capacità di realizzare qualcosa tramite il possesso di nozioni e l’acquisizione di una qualche perizia. Il mito ci racconta che Prometeo donò agli uomini la conoscenza del fuoco, simboleggiando la nascita delle capacità tecnologiche dell’uomo.Oggi la tecnologia è diventata molto più che una risorsa, per l’umanità attuale. Gli uomini hanno sviluppato macchine da cui letteralmente dipendono, e non saprebbero più vivere senza di esse. Provate a chiedere ai vostri figli adolescenti di spegnere il loro smartphone per un solo giorno, e ammesso che ci riusciate, o che riusciate a spegnere almeno il vostro, annotatene le conseguenze psicologiche.Ma c’è molto di più della dipendenza, in questa nuova religione della tecnologia. Le macchine sono sinonimo di efficienza, produttività, precisione. Non dormono, non si accoppiano, non hanno bisogno di svaghi, non commettono errori a meno che non si guastino, e se si guastano possono essere facilmente riparate.Agli albori dell’epoca tecnologica, si credeva che le macchine avrebbero liberato gli umani dalla necessità di far lavori onerosi e noiosi, consentendo loro di dedicarsi ad attività spiritualmente più arricchenti.Si è verificato l’esatto contrario. Il successo ottenuto dall’uso delle macchine ha evidenziato le imperfezioni umane, facendo emergere una richiesta sempre maggiore di produttività ed efficienza per l’uomo, che oggi è chiamato ad emulare le macchine. Egli è ossessionato dalla paura di risultare inadeguato, di fallire, ed ogni insuccesso fatalmente diventa motivo di depressione. Come dice giustamente Umberto Galimberti, egli è diventato un funzionale della tecnologia.L’ultima frontiera del desiderio umano è divenuta quella di competere con le macchine per l’immortalità. L’uomo moderno ha il terrore di ammalarsi e di morire, e perciò sogna che la scienza, la “téchne”, gli regali la possibilità di sconfiggere ogni malattia e ogni dolore tramite l’uso di farmaci, e cerca continuamente rifugio in ambienti dove stare “in sicurezza”. Il rischio non è più un opzione accettabile, perché le macchine esigono certezze e non rischi.D’altra parte, Prometeo è noto anche per un altro dono che fece agli uomini: quello della Speranza. Ce lo racconta Eschilo nel suo “Prometeo incatenato”, dove il Titano dice: “Spensi all’uomo la vista della morte”, e quando la Corifea gli chiede: “Che farmaco trovasti a questo male?” lui risponde: “Seminai la speranza che non vede”.Fu davvero un dono, questo? Oggi si vive solo proiettati nel futuro, si coltiva la speranza, si vuole ostinatamente dimenticare l’esistenza della morte, e nel contempo si vive nella paura inconscia di essa.Insegnamento molto diverso sul senso della vita ci viene invece da un altro personaggio mitologico, il centauro Chirone, simbolo di saggezza ed equilibrio. Si narra che un giorno egli fu ferito gravemente da una freccia avvelenata, e a causa della ferita soffriva moltissimo, e d’altra parte essendo immortale non avrebbe mai terminato di soffrire. Così ebbe l’idea di donare la sua immortalità, guarda caso proprio a Prometeo che per punizione era stato reso mortale da Zeus, e poté così sperimentare il valore salvifico della morte.Il senso della nostra umanità è tutto nella nostra possibilità di sperimentare, rischiare, sbagliare, e nessun benessere ci deriva dall’ansia di competere ed avere successo, ma piuttosto da quelle meravigliose capacità che l’uomo ha di provare sentimenti di relazione, quali l’amore, l’amicizia e la compassione, quell’arte di vivere che Chirone insegnava ai suoi allievi come Achille, e che nessuna macchina, nessuna prometeica téchne, potrà mai insegnarci, ma solo la Vita stessa.Chirone, il primo Medico, che insegna ai medici di oggi a cercare rimedi al dolore, non promesse di immortalità, inviti a non rischiare nulla, ad evitare di vivere e ad imbottirsi di farmaci senza alcuna assennatezza.La tecnologia, per una psiche equilibrata, dovrebbe essere solo uno strumento, peraltro utilissimo, di sostegno per risolvere problemi materiali, non un sostituto della natura umana.Ma purtroppo sembra che l’uomo di oggi, con la sua psiche squilibrata, preferisca piuttosto sognare di fare la fine di Prometeo, eternamente incatenato alle proprie paure, mentre un’aquila gli mangia un fegato che poi eternamente gli ricrescerà, in quell’eterna sofferenza che il saggio Chirone seppe evitare.

About Post Author

Domenico Rosaci

Domenico Rosaci è Professore Associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni, e conduce ricerche nel campo dell'Intelligenza Artificiale. E' autore dei saggi sull'esoterismo "Arcana Memoria" e "Il Labirinto del Cristo" e dei romanzi "Il Sentiero dei Folli", "La Zingara di Metz" e "I Fiori di Tanato", pubblicati da Falzea Editore.
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